[vc_row row_type="row" use_row_as_full_screen_section="yes" type="grid" angled_section="no" text_align="left" background_image_as_pattern="without_pattern" z_index="" css=".vc_custom_1712853980562{margin-top: 0px !important;margin-bottom: 0px !important;border-top-width: 0px !important;border-bottom-width: 0px !important;padding-top: 0px !important;padding-bottom: 0px !important;background-color: #ffffff !important;}"][vc_column][vc_column_text]Ci sono due tipi di mattine, quelle in cui salti giù dal letto senza fatica con tanto entusiasmo e voglia di fare e le altre, quelle odiosissime mattine, in cui continuiamo a posticipare la sveglia perché il solo pensiero di ritornare alle nostre incombenze quotidiane ci fa sentire come se avessimo sulle spalle una tonnellata. Queste mattine, quelle odiosissime, sono le mattine (anche i pomeriggi o le intere giornate, ahimè, non ne sono esenti purtroppo) caratterizzate da una scarsa o quasi totale assenza di motivazione. Ma cos’è la motivazione? In psicologia la motivazione è il processo di attivazione dell’organismo finalizzato alla realizzazione di un determinato scopo in relazione alle condizioni ambientali. Gli psicologi descrivono la motivazione come un processo o un insieme di processi che inizia, guida, supporta e infine termina una sequenza di comportamenti diretti al raggiungimento di un obiettivo. La motivazione, in parole povere, è il perché del comportamento: quindi riguarda le cause e il fine dei nostri comportamenti. La motivazione è quindi un fenomeno prima di tutto interiore, nasce “dentro di noi”.[/vc_column_text][vc_empty_space height="50px"][vc_column_text] Motivazione: la piramide dei bisogni di Maslow Tra gli autori che a lungo hanno studiato la motivazione, fornendo importanti contributi, troviamo Abraham Maslow. Secondo Maslow è possibile disporre i bisogni lungo una piramide, secondo un ordine progressivo (dal basso verso l’alto) basato sulle necessità di sopravvivenza dell’individuo. I bisogni più alti non vengono avvertiti se quelli precedenti non sono stati soddisfatti. I primi due livelli della piramide fanno riferimento ai bisogni più impellenti: Bisogni fisiologici: in questa categoria rientrano le necessità primarie legate alla fame e alla sete. • Bisogno di sicurezza: una volta soddisfatto il bisogno di cibo l’essere umano sente il bisogno di essere parte di un gruppo per proteggersi meglio dai pericoli esterni. Nella parte alta della piramide troviamo bisogni riguardanti la vita psichica dell’individuo: Bisogno di affetto da parte di altri esseri umani significativi. Bisogno di stima, una volta amati è importanti essere riconosciuti dagli altri per le proprie capacità. Questo riconoscimento però non riguarda solo gli altri ma deve anche venire da noi stessi. Dobbiamo riconoscerci del valore e della stima. Bisogno di autorealizzazione, è il bisogno più alto: essere soddisfatti di chi si è e di cosa si fa. Abraham Maslow, inoltre, sostiene che non tutti i comportamenti sono motivati dai bisogni fondamentali ma che alcuni di essi siano motivati da stimoli esterni o puramente espressivi. In sostanza, esistono diversi gradi di motivazione, per questo si possono avere comportamenti molto motivati e altri meno.[/vc_column_text][vc_single_image image="6073" img_size="full" qode_css_animation="" css=".vc_custom_1700850210158{padding-top: 75px !important;}"][vc_column_text css=".vc_custom_1700845049383{padding-bottom: 100px !important;}"] Photo Credit Canva [/vc_column_text][vc_column_text] La motivazione e il lavoro In ambito lavorativo, la motivazione è un elemento fondamentale. Fa la differenza tra portare a termine i nostri compiti, farlo al meglio delle nostre possibilità, mettendoci, per così dire, il nostro tocco unico e originale e il diventare procrastinatori seriali, portando a termine ciò che ci eravamo prefissati spesso fuori tempo e in modo approssimativo o addirittura lasciare il lavoro in sospeso all’infinito. Quindi possiamo dire che la motivazione rappresenta la spinta interiore che genera la determinazione a svolgere un compito specifico con impegno e serietà (motivazione al successo). La Psicologia del lavoro studia la motivazione per comprendere quindi cosa spinge a impegnarsi di più o di meno nel fare il proprio lavoro. Lo psicologo e studioso Frederick Herzberg studiò il legame tra motivazione e lavoro. Dalla sua indagine emerse come per motivare al lavoro sia necessario soddisfare il bisogno di autorealizzazione e quindi offrire opportunità di crescita e riconoscimento sociale nel contesto lavorativo.[/vc_column_text][vc_empty_space height="50px"][vc_column_text] Trovare il proprio perché! Tutti sanno cosa fanno, alcuni sanno come lo fanno, pochi sanno perché lo fanno… e sono quelli che hanno successo Simon Sinek Per illustrare questo concetto per me fondamentale voglio condividere con te una storia che ho letto qualche tempo fa non ricordo bene dove ma che penso sia veramente emblematica. Qua e là degli uomini, col capo chino e le spalle incurvate verso il basso, spaccavano grossi pezzi di roccia per ricavare dei blocchi di pietra da costruzione. Un pellegrino si avvicinò al primo degli uomini. Lo guardò con compassione: polvere e sudore lo rendevano irriconoscibile. “Che cosa fai?”, chiese il pellegrino. “Non lo vedi?”, rispose l’uomo sgarbatamente, senza neanche sollevare il capo “Mi sto ammazzando di fatica”. Si imbatté presto in un secondo spaccapietre. Era altrettanto stanco, ferito e impolverato. “Che cosa fai?” chiese, anche a lui, il pellegrino. “Non lo vedi? Lavoro da mattina a sera per mantenere mia moglie e i miei bambini”, rispose l’uomo. Più avanti c’era un terzo spaccapietre. Era nelle stesse condizioni degli altri: molto affaticato, sudato e ricoperto di polvere. “Che cosa fai?” chiese il pellegrino. “Non lo vedi?” rispose l’uomo alzando lievemente il capo e sorridendo con orgoglio “Sto costruendo una cattedrale“. Secondo te quale dei tre spaccapietra era più motivato a compiere il suo faticosissimo lavoro e lo portava a termine sentendosi appagato e realizzato? Troviamo e nutriamo la nostra motivazione e raggiungiamo il senso di autorealizzazione solo quando siamo pienamente consapevoli del nostro “perché”. Questa consapevolezza cambia la nostra lettura del mondo e delle cose e l’interpretazione che ne diamo e di conseguenza anche il modo in cui percepiamo sforzi e fatica. È il navigatore che ci avvisa se siamo sulla strada giusta o se stiamo profondendo sforzi, tempo ed energia per una causa nella quale, in fondo, non ci identifichiamo. Non esistono infatti professioni giuste o sbagliate, nobili o meno nobili e mestieri belli o brutti ma solo percorsi di vita sia personale che professionale allineati o non allineati con i nostri valori, con le nostre motivazioni e in definitiva con il nostro perché. Il perché equivale ad una iniezione di motivazione e passione nel lavoro ed è la ragione per cui ogni mattina ci svegliamo per iniziare la nostra giornata. Una volta che avrai scoperto il tuo perché potrai anche capire cosa ti rende pienamente soddisfatto e cosa no ed infine capire cosa guida i tuoi comportamenti per poterli orientare verso lo sviluppo del tuo pieno potenziale.[/vc_column_text][vc_empty_space height="50px"][/vc_column][/vc_row]