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I 4 errori che ti impediscono di trovare la tua strada

Molti di noi,  a prescindere da età, livello di studi, fase di vita, si sono trovati o si trovano proprio in questo momento storico a dover capire quale strada lavorativa intraprendere.

Ma non si tratta semplicemente di trovare un lavoro, anche se semplice non è, ma si tratta piuttosto di trovare la strada che ti consente di realizzare il tuo perché più autentico così da poter sviluppare a pieno il tuo potenziale. Messa in questa termini la faccenda si complica ulteriormente…

Io personalmente mi sono trovata davanti a questo amletico dilemma due volte nella mia vita. La prima quando alla fine del liceo ho dovuto decidere quale facoltà scegliere e vi assicuro che la scelta non è stata né indolore né tantomeno priva di giri a vuoto e cambi di direzione. La seconda è stata quando, dopo la Laurea, ho dovuto capire quale fosse il modo a me più congeniale che mi permettesse di svolgere la Professione, rispettando i miei valori, i miei principi e il mio Perché.

Grazie a questi due eventi personali, ma anche grazie a tutte le esperienze di vita delle persone che ho avuto la possibilità di aiutare, ho capito che fondamentalmente se non riusciamo ad individuare la nostra Strada Maestra è a causa di ben 4 tipologie di convinzioni limitanti che ci ostacolano nel nostro cammino verso la chiarezza prima e la realizzazione poi.

L’illuminazione divina

Il primo errore che mi sono accorta di aver fatto – e che molti di noi fanno – è aspettarsi di capire ciò che si vuol fare grazie ad una sorta di illuminazione divina. Come se tanto improvvisamente quanto automaticamente la mia autodefinizione mi venisse cucita addosso come per magia.

Ho capito che il primo passo è smettere di teorizzare e passare all’azione o meglio all’esplorazione.

Per esplorazione intendo una ricerca a tutto campo che comprenda quindi letture, colloqui, ricerche per capire cosa mi è più congeniale, cosa si avvicina di più ai miei talenti e alle mie passioni. A questo proposito ti consiglio di leggere anche questo articolo. E’ possibile reinventarsi e lavorare con la propria passione?

Il perfezionismo

A volte la paura di non essere all’altezza, di non avere le capacità, gli strumenti, titoli di studio sufficienti per fare quella determinata attività ci blocca. Nella nostra personalissima visione vorremmo essere in grado non solo di sapere tutto, di saper fare tutto, ma anche di prevedere ogni imprevisto.

In più tutto questo deve essere presente fin dall’inizio. Tutto deve essere perfetto, perfettamente sotto controllo e senza margine di errore.

Con questi presupposti cercare di chiarirsi le idee e magari sperimentare nuove strade è la cosa più difficile da fare. Non ci si sente mai pronti, mai abbastanza.

A questo proposito ci può venire in aiuto un approccio che ci alleggerirà notevolmente il carico di tensione e aspettative.

Si chiama The Lean Startup ed è un approccio imprenditoriale pensato per avviare un’azienda da zero o per sviluppare un nuovo prodotto all’interno di una già esistente.

Questo metodo è nato per costruire un business sostenibile in condizioni di elevata incertezza.

Il creatore del metodo Lean Startup è l’imprenditore Eric Ries che l’ho ha ideato nel 2008 per fare fronte al peggior ostacolo di un business una volta che entra nel mercato: l’indifferenza dei clienti.

L’intento di Ries era scoprire come conoscere in tempi brevi e a costi ridotti se il mercato fosse interessato ad un prodotto prima della commercializzazione.

Così, ispirandosi al Lean Thinking, filosofia alla base del Toyota Production System incentrata sull’eliminazione degli sprechi, crea il Lean Startup che ne sposa anche i valori basati sull’apprendimento e sul miglioramento continuo.

Il metodo Lean Startup è composto da 3 passaggi fondamentali:

  1. Creazione: fase di sviluppo del prodotto/servizio;
  2. Misurazione: fase di test e di raccolta dei risultati;
  3. Apprendimento: Fase in cui si valuta ciò che ha funzionato e che quindi va tenuto e ciò che non ha funzionato e di conseguenza va eliminato.

Il Lean Startup, basato su questi tre passaggi, trasforma la tua idea imprenditoriale in un laboratorio in cui studiare e comprendere come rendere la crescita ancora più veloce.

Ma la cosa fondamentale per cui ho citato il Lean Startup è che se dovessi imbatterti in un esito non previsto e particolarmente negativo, non dovrai vederlo come un fallimento ma come un’occasione per migliorare.

Questo mi conduce alla terza convinzione che ci limita nella nostra ricerca della strada più giusta per noi.

Photo Credit Canva

Devo trovare al primo colpo l’idea giusta

Quando iniziamo a fare qualcosa, giustamente ci prendiamo del tempo perché vogliamo riflettere attentamente e creare un piano il più dettagliato possibile. Questo di base è corretto. Un business plan o comunque un programma definito con obiettivi chiari e raggiungibili è fondamentale. A patto che non lo si prenda come un editto scolpito nella pietra. Un’idea va testata e se occorre modificata e adattata.

La caratteristica che va sviluppata in questi casi è la flessibilità che ci permetterà di continuare a migliorare ed evolvere avvicinandoci sempre di più a ciò che è più in linea con i nostri valori e i nostri talenti perché lascia spazio all’esplorazione, alla ricerca e quindi alla crescita.

Il workhaolic

Ultima delle convinzioni limitanti che ci bloccano nella ricerca della strada più giusta per noi è che per avere successo bisogna lavorare sodo, dove per lavorare sodo si intende dedicare ogni minuto della giornata al lavoro.

Questo più che portarci a raggiungere l’obiettivo nel miglior modo possibile sicuramente ci condurrà per via diretta a sviluppare un burnout ossia un esaurimento psicofisico che ha come sintomi l’affaticamento, la delusione, il logoramento e l’improduttività che sfociano in prostrazione e disinteresse per la propria attività professionale quotidiana.

Il tempo dedicato al lavoro deve essere valutato in base alla qualità non alla quantità. Non sempre rimanere un’ora in più su un’idea/progetto lo migliora. Se siamo stanchi e deconcentrati quell’ora in più sarà del tutto inutile.

In ultimo vorrei riportare una frase che ho letto tempo fa nel libro “The miracle morning” che mi ha colpito molto e che completa a mio parere esaustivamente quest’ultimo paragrafo.

Il livello di successo che potete raggiungere supera raramente il vostro livello di sviluppo personale, perché il successo è qualcosa che voi attraete in virtù della persona che diventate”.

Quindi, oltre al lavoro, ricordatevi di riservare nella vostra agenda degli spazi dedicati alla lettura, allo svago, allo sport, al gioco, allo studio, all’introspezione e alla meditazione. Tutto questo vi migliorerà come persone e vi avvicinerà al successo!

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Autore

Marketing automation per l’e-commerce