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L’Alchimista di Paulo Coelho: 3 insegnamenti per raggiungere il successo

L’Alchimista, scritto da Paulo Coelho, è sicuramente uno dei miei libri preferiti. Ho scelto di rileggere questo libro, così ricco di significati, diverse volte nel corso del tempo. Ed ogni volta ne ho tratto ispirazione e spunti di riflessione.

Se decidete di leggere questo libro, e spero lo facciate, dovete tenere presente che Coelho ha scelto di scriverlo come se stesse raccontando una parabola ad un bambino. Questo bambino può essere sia un vero e proprio giovane lettore ma anche il vostro bambino interiore che è ancora capace di vedere il mondo pieno di meraviglia e potenziale. Quello stesso bambino interiore che non è ancora stato toccato dal cinismo o consumato dall’esaurimento per le preoccupazioni piccole e grandi della vita di tutti i giorni.

Libro L’Alchimista di Paulo Coelho

Santiago e il suo viaggio

Il protagonista del romanzo di Paulo Coelho è Santiago, un piccolo pastore andaluso che ha un sogno ricorrente: quello di un bambino che gli dice di raggiungere le Piramidi, dove troverà un tesoro.

Così Santiago lascia il suo gregge e tutto ciò che conosce per andare alla ricerca del tesoro sognato. Il suo viaggio è insieme scoperta del mondo, che fino ad allora aveva solo immaginato, ma anche scoperta di sé stesso. Come spesso succede quando si intraprende un viaggio l’importante non è tanto la meta quanto il percorso fatto per raggiungerla.

Santiago conosce il vecchio e saggio Re di Salem, Melchisedek, un personaggio curioso che sembra conoscere perfettamente i dettagli della vita del pastorello, pur senza averlo mai visto prima. Melchisedek sprona Santiago a vendere il suo gregge e partire per le piramidi e gli regala due pietre che lo aiuteranno durante il cammino, poiché una indica il no e l’altra il sì.

Santiago vendute le pecore si incammina per arrivare alle Piramidi. Arrivato a Tangeri però, rimasto senza alcun bene, è costretto a fermarsi a lavorare nella città per un anno.

In seguito Santiago incontra una ragazza di cui si innamora perdutamente, Fatima, che però deve abbandonare per proseguire nel suo viaggio. Durante il cammino Santiago incontra anche un uomo inglese che ha passato la vita a studiare l’alchimia. L’uomo inglese confessa a Santiago che vuole incontrare l’Alchimista El-Faiyum, un uomo che in realtà sta aspettando proprio Santiago per aiutarlo nel suo viaggio verso il tesoro e la sua Leggenda Personale.

Attenzione! Sto per rivelare il finale nelle prossime righe! Se ancora non hai letto il libro vai direttamente al paragrafo successivo.

Ripartito alla volta delle Piramidi Santiago viene catturato dai predoni del deserto. Uno di questi gli confessa di aver fatto un sogno due anni prima: ha sognato di un tesoro nascosto in una chiesa dell’Andalusia. Santiago riconosce quel luogo e si rimette in cammino verso la chiesa dell’Andalusia in cui troverà il tesoro. Finalmente compiuta la sua Leggenda Personale, Santiago tornerà dalla donna di cui si era innamorato.

“Nessun cuore ha mai provato sofferenza quando ha inseguito i propri sogni.”

La prima cosa che mi ha sempre colpito della storia di Santiago è il coraggio dimostrato lasciando l’unico suo bene, il suo gregge e tutto ciò che conosce. Santiago ha lasciato la sua zona di confort per cercare di realizzare il suo sogno. Si è messo in gioco perché la voglia di cambiare in meglio la sua vita, grazie al tesoro, era molto più forte di qualunque timore.

In questo viene aiutato da Melchisedek, che in fondo, può rappresentare sia quella parte di noi stessi che preme per soddisfare quel radicato bisogno di autorealizzazione, sia quelle persone che ci sostengono e tifano perché noi raggiungiamo i nostri obiettivi senza farci frenare dai nostri timori.

“Chi entra nel deserto non può tornare indietro. Quando non si può tornare indietro, bisogna soltanto preoccuparsi del modo migliore per avanzare.”

Photo Credit Canva

Tutti, quando siamo piccoli o giovani, abbiamo un sogno che sentiamo più vivo e forte di tutti gli altri. Molto spesso crescendo si abbandona questo sogno per uniformarsi alle aspettative delle persone che ci stanno vicino o della società.

Durante il suo cammino Santiago, come abbiamo detto prima, incontra un uomo che dice di essere il re di Salem e che si offre di aiutarlo perché il ragazzo ha scoperto la sua Leggenda Personale.

Ma cos’è la Leggenda Personale? Il re spiega che è ciò che si è sempre voluto realizzare. Tutti, quando sono giovani, sanno qual è la loro Leggenda Personale. In quel momento della loro vita quando tutto è chiaro e tutto è possibile. Non hanno paura di sognare e di desiderare tutto ciò che vorrebbero accadesse nella loro vita. Ma con il passare del tempo una forza contraria inizia a convincerli che sarà impossibile realizzare la loro Leggenda Personale che altro non è che la realizzazione del proprio Potenziale.

Se parlate con chiunque abbia avuto successo, una parte dei suo racconti sicuramente riguarderà tutte le avversità che ha dovuto affrontare per arrivare dove si trova ora. Non solo, molto probabilmente vi dirà che sono state proprio quelle avversità a prepararlo al successo.

Infatti, forse la differenza fondamentale fra chi ha avuto successo e chi non lo ha raggiunto è la tenacia e la resilienza. Ossia la capacità degli individui di far fronte allo stress e alle avversità uscendone rafforzati, di saper resistere e di riorganizzare, adattandosi positivamente, la propria vita.

 

“Soltanto una cosa rende impossibile un sogno: la paura di fallire.”

Nella sua permanenza a Tangeri Santiago lavora per un mercante di cristalli per poter guadagnare del denaro che gli permetterà di ripartire.

Il mercante gli dice che desidera da sempre recarsi a La Mecca, così il ragazzo gli chiede perché non l’abbia ancora fatto. Il mercante risponde che è il solo pensiero di andare a La mecca che lo aiuta ad andare avanti, a superare quei giorni tutti uguali.

Il mercante preferisce sognare una vita migliore piuttosto che perseguirla davvero. Preferisce vivere in un mondo dove tutto è possibile piuttosto che correre il rischio di realizzarlo realmente oppure di scoprire che non è in grado di riuscirci e rimanere deluso.

Tante persone si fanno bloccare nel raggiungimento dei loro obiettivi dalla paura di fallire. È più facile dire “avrei potuto fare tante cose” e rimanere nel dubbio o meglio nell’illusione di poterci riuscire piuttosto che dire: “ci ho provato ma non ci sono riuscito”.

Il punto fondamentale è che se non si riesce a raggiungere il proprio obiettivo, sicuramente si avrà l’opportunità impagabile di imparare tanto sul mondo e su stessi lungo il percorso.

Queste, a mio parere, sono delle lezioni che possono essere trasformate in elementi potenzianti: la comprensione di se stessi, il coraggio di mettersi in gioco per realizzare il proprio potenziale e la pianificazione strategica per il futuro.

Il messaggio di fondo che è sotteso a tutta la storia è che la vita ideale, quella che desideriamo e che ci permetterebbe di realizzare la nostra leggenda personale, il nostro potenziale, non si materializzerà per magia, senza agire.

Molti corrono il rischio di diventare cinici quando si rendono conto che non hanno ciò che desiderano perché pensavano che fosse facile ottenerlo.

Sfuggire alla mediocrità e perseguire la realizzazione di una vita ricca e appagante è una ricerca attiva.

Ti auguro, quindi, una buona ricerca!

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