Da 35 anni Silvio Palermo, Presidente dell’associazione Made in Jail, e i Volontari dell’associazione aiutano le persone detenute ed ex detenute a reinserisi nel tessuto sociale, culturale e lavorativo tramite i loro corsi di serigrafia dentro le carceri di tutta Italia, in particolare a Roma.
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I contenuti che puoi acquistare con il pacchetto “Fan”, quello più completo, comprendono:
la visione del film su questa piattaforma quante volte vorrai;
Il testo “Una giornata tipo” di Silvio Palermo racconta in modo emozionante e brillante la giornata tipo del detenuto, in questo videoclip il testo è interpretato da Nando Frisari, volto storico di Made in Jail, accompagnato alla chitarra da Miriam Chiappi dell’Associazione Miss Music;
l'eBook “Dubitare, disobbedire, trattare” di Silvio Palermo, ovvero il libro in vari formati digitali (ePub, mobi e pdf) sulla storia del fondatore di Made in Jail e sulla nascita dell’Associazione;
il film nella versione integrale di anteprima, con 30 minuti in più;
i retroscena, ovvero il documentario di 30 minuti su tutti i retroscena della lavorazione del film, con le interviste agli Autori e materiali inediti.
la raccolta e la descrizione dei lavori artistici prodotti nel corso degli oltre 35 anni di lavoro di Made in Jail nelle carceri italiane.
“Molto molto interessante. Da vedere sicuramente!”
“Quello che mi ha colpito di più – e che a tratti mi ha anche commosso – sono state alcune interviste.”
“Un film molto profondo!”
“Mi hanno emozionato le reazioni dei detenuti, dei ragazzi, molto sentite e che mi hanno fatto vedere davvero un percorso di rieducazione.”
“Far diventare questa nostra sede un luogo di proiezione di un docufilm così interessante per noi è una situazione straordinaria!”
“Questo film è molto bello! È un percorso su un’esperienza che ha segnato la strada. Mi auguro che venga diffuso molto nelle scuole. Spero che sia un lavoro che possa essere visto perché è importante che di carcere se ne parli anche potendolo vedere. Aprire una finestra su questo tema è fondamentale.”
“Ritengo che il film sia un’iniziativa determinante perché l’opinione pubblica non conosce il carcere, non conosce le attività, c’è molta disinformazione su questa realtà sociale che è il carcere. Per questo consiglio vivamente di vedere questo film!”
“Questo docufilm lo consiglierei in particolare ai giovani, soprattutto in quelle periferie più degradate. Sicuramente questo film è da pubblicizzare nelle scuole, con la disponibilità degli insegnanti, dei presidi e dei direttori didattici più sensibili a questi temi.”
“Abbiamo ospitato l’evento di presentazione di questo lungometraggio ed è stata una serata fantastica, un grande successo. Siamo felici di proporre questo progetto alle scuole perché è bene che i giovani e gli insegnanti entrino a contatto con una storia del genere.”
“Mi auguro che riusciamo insieme a portare il film nelle scuole del nostro Municipio e a coinvolgere i ragazzi in questo progetto che secondo me è fondamentale!”
“Il film è veramente bello! Lo consiglio in modo particolare a tutte le docenti e a tutti i docenti, anche con un percorso da fare insieme con il Presidio di Libera del vostro territorio.”
“Questo è un film documentario meraviglioso che ha me ha insegnato tanto. Ti fa vedere qualcuno che è diventato grande in una cella, 2 metri per 2, e che ha avuto la capacità di reinvestire le proprie risorse per dare un futuro anche agli altri. Quindi questo è un film di consapevolezza ma anche di speranza e di realtà. Io inviterei a vederlo chi vuole vedere una cosa vera!”
“L’importanza di proiettare questo film nelle scuole a livello educativo è cruciale. È importantissimo insegnare ai ragazzi cos’è la detenzione, cos’è il rischio del carcere, cos’è il lavoro soprattutto! Made in Jail va nelle carceri a insegnare un lavoro, a insegnare che si vive lavorando: questa è una cosa fondamentale! Bisogna far capire quali sono i rischi che si corrono con la detenzione, che non è soltanto la restrizione della libertà ma anche la perdita degli affetti. Quando tu esci dal carcere dopo 5 anni è come se tu non avessi vissuto quei 5 anni e le cicatrici che lascia il carcere sono cicatrici che ti porti dietro per tutta la vita.”
“Questo film è molto interessante perché è privo di quella retorica che uno si aspetterebbe.”
“Ho sentito molto silenzio durante la proiezione del film, cosa che non è scontata! Gli studenti se ne sono andati via molto contenti e incuriositi!”
“Mi ha emozionato tantissimo vedere il film proprio perché essendo così affezionata a Silvio e sempre grata per tutto quello che mi ha insegnato, per quello che mi riguarda, i suoi successi sono i miei.”
“Una chiave di questo film è sicuramente il lavoro che ci restituisce le persone con la loro dignità, con il loro sguardo limpido, a volte commosso, rivolto al futuro. Veramente molto bello, molto commovente e molto reale. Ecco perché consiglio la visione del documentario alle scuole!”
“Il film mi è piaciuto molto. Mi è piaciuto molto anche il tono con cui si racconta tutta la storia di Silvio e la storia di Made in Jail che è una una storia bellissima di recupero sociale di fratelli e di sorelle che hanno avuto un momento di difficoltà e che hanno commesso degli errori ma che devono continuare a vivere nella nostra società ed essere elementi positivi. Quindi bene anche i percorsi che si stanno facendo con le scuole e nelle scuole. Vorrei augurare al film di essere visto da tantissime persone!”
“Quello che mi ha colpito principalmente di questo film è come viene portato questo tema delle carceri, tema che spesso viene relegato in secondo piano.”
“Il film racconta in una maniera molto efficace una realtà estremamente difficile e cruda come quella delle carceri ma allo stesso tempo anche un’altra realtà molto bella, di emancipazione e di riscatto, come quella dell’Associazione Made in Jail. Sarebbe estremamente importante che il film lo vedessero chiaramente i ragazzi, i giovani e gli studenti ma è un film che può essere visto da tutti perché fa veramente bene vederlo!”
“Il documentario mi è piaciuto tantissimo, intanto perché è fatto veramente bene ma poi perché apre in un modo nuovo e unico uno spaccato su una realtà sconosciuta ai più, ovvero su cosa sia la vita in carcere, dando però speranza. Infatti questo è un film molto toccante e profondo ma allo stesso tempo che dà un messaggio di speranza. Lo consiglio a tutti.”
“Consiglio la visione del film perché è una testimonianza su come impiegare il proprio talento in maniera creativa e al servizio degli altri. Testimonianze così ce ne dovrebbero essere sempre di più!”
“È un film meditativo, nel senso che ti fa pensare. Non si parla del classico volontariato delle buone maniere ma dell’azione di persone che, anche se sono sfatte dalle delusioni, continuano comunque ad andare avanti per un senso di dovere e continuano a crederci. Consiglio la visione di questo film a chiunque abbia voglia di vedere qualcosa di diverso.”
“Il film rappresenta 40 anni circa di storia italiana. Racconta senza censure e con estrema consapevolezza lo stato delle cose. Consiglio il film alle persone che hanno la possibilità di diffondere questi temi all’interno della propria comunità ma soprattutto nelle Scuole.”
“Abbiamo fortemente voluto la serata di proiezione del film “Made in Jail – Indossa la libertà” qui al nostro cinema perché riteniamo che il film tratti una tematica estremamente importante. Questo film tratta una di quelle tematiche che davvero non ha santi in paradiso! Quindi riteniamo che sia stato importante mostrare un film come questo anche perché proposte così riscontrano un ottimo successo.”
“Alla proiezione del film erano presenti molti professori delle scuole di Prato ma anche molti professori che lavorano in carcere. Questo film lo trovo molto interessante perché racconta un’esperienza virtuosa: la possibilità di dare nuove opportunità attraverso la creatività. E poi descrive bene qual è la situazione del carcere. Quindi è uno strumento importante per poter parlare di carcere nelle Scuole.”
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Il carcere chiama in maniera diretta la società. Il film documentario, realizzato dalla società di comunicazione Numidio, racconta l’emozionante storia di Made in Jail e del suo fondatore Silvio Palermo che nei primi anni Ottanta, da detenuto per lotta armata presso il carcere di Rebibbia a Roma, crea l’Associazione Made in Jail con l’intento di far diventare la serigrafia uno strumento di comunicazione e di reinserimento nel mondo del lavoro per le persone detenute o ex detenute.
Data la sua precedente esperienza nella stampa per l’alta moda, Silvio ha l’idea di veicolare tramite le t-shirt i suoi pensieri e quelli dei suoi compagni in carcere. Le prime magliette sono subito molto creative e provocatorie.
Uscito dal carcere, Silvio comincia ad insegnare la serigrafia e la tecnica pittorica tramite i corsi di Made in Jail, prima al carcere minorile di Casal del Marmo poi nelle altre carceri di Roma e negli anni successivi in tutta Italia.
Tra mille battaglie e difficoltà, oggi Silvio e gli altri volontari di Made in Jail si battono da ben 35 anni nelle patrie galere per il difficile reinserimento sociale delle persone detenute ed ex detenute, affinché il carcere sia rinnovato dalle fondamenta.
Il film non è pensato solamente per un pubblico di “addetti ai lavori” del mondo carcerario perché non parla solo di carcere ma piuttosto è una storia vera di riscatto. Questo film è pensato molto per chi cerca ispirazione e per i ragazzi, per dare loro un esempio positivo, affinché possano vedere concretamente che il crimine non paga e che la vita va vissuta secondo le regole di rispetto del prossimo, perché crescano con una cultura critica e non con la cultura del giudizio.
Il film s’inserisce dentro una campagna di comunicazione più ampia ideata da Numidio, società di comunicazione, marketing e produzioni audiovisive. La lavorazione è durata 3 anni, durante i quali c’è stata la pandemia che ha sicuramente rallentato la normale lavorazione e che ha segnato profondamente la popolazione carceraria. Il protagonista del film è Silvio Palermo, fondatore di Made in Jail.
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