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Il Progetto

“Il carcere è un orologio senza lancette”

Silvio Palermo, Fondatore di Made in Jail

Introduzione

Il carcere è il luogo che più di tutti interroga la nostra società. Parlare di carcere significa parlare di un mondo che ad oggi, purtroppo, è ancora separato, come se fosse in un’altra dimensione spazio-temporale.

Chi entra in carcere sente un vuoto angosciante, è come se si trasformasse in un essere alieno per la società all’esterno. La persona detenuta avverte la totale separazione tra il mondo di fuori e quello che ora è il suo mondo, dentro le mura dell’istituto di pena.

Mostra delle opere di Made in Jail presso il carcere Rebibbia di Roma

Perché parlare di carcere ci fa così tanta paura?

Probabilmente perché ci spinge a guardare dove non vorremmo, facendo finta che si tratti di un incubo.

Ragionare di carcere ci fa riflettere da un lato su quali siano le misure punitive più giuste da far scontare a chi ha infranto la legge e dall’altro lato ci costringe a pensare a quali siano le modalità concrete per il recupero e il reinserimento di chi ha deviato.

Eppure il tema del carcere non riguarda solo la condizione di restrizione nella quale si trovano le persone detenute ma ci coinvolge direttamente, tocca il nostro senso di libertà e di giustizia.

La storia

Nell’estate del 2019 con la nostra società di comunicazione, Numidio, abbiamo iniziato a scrivere questo progetto. Fin dall’inizio abbiamo costruito questo film come un tassello di una campagna di comunicazione più ampia.

Questo film nasce dalla nostra amicizia con Silvio Palermo, fondatore di Made in Jail. Da 35 anni l’Associazione Made in Jail si occupa di aiutare le persone detenute ed ex detenute a reinserirsi nel tessuto sociale, culturale e lavorativo grazie ai suoi corsi di serigrafia in carcere in tutta Italia, in particolare a Roma.

Silvio e un suo studente in uno dei sui tanti corsi presso le carceri

Made in Jail nasce in carcere nei primi anni Ottanta, proprio a Roma, quando Silvio era detenuto. Eppure abbiamo ritenuto che fosse altrettanto importante raccontare la battaglia fuori dal carcere, la lotta per tornare a vivere una nuova vita.

Il film

Nella prima parte del film entriamo in carcere, in particolare nella casa di reclusione di Civitavecchia. Quest’istituto è un carcere con una storia speciale, come si scopre lungo il film. Diamo subito voce alle persone detenute e ascoltiamo le loro storie. Con loro cerchiamo di capire se è davvero possibile pensare a delle forme di pena alternative rispetto a quelle che conosciamo oggi con il carcere.

Il film ci porta, poi, dentro una storia vera ed emozionante. Ci racconta un modello pratico di formazione e di reinserimento nella società tramite l’arte e la serigrafia che Silvio con Made in Jail porta avanti con successo da 35 anni, nonostante mille difficoltà e peripezie.

Stand di Made in Jail alla fiera “Fa’ la cosa giusta!” a Milano

I racconti di Silvio, delle persone detenute che hanno iniziato un nuovo cammino e dei volontari di Made in Jail ci offrono un esempio reale e concreto di valori positivi.

Come un moderno Rocky, anche Silvio e Made in Jail scelgono di rimanere in piedi nonostante le mille difficoltà che la vita riserva aprendo nuove strade e diventando modelli di riscatto.

Made in Jail non è solo un progetto culturale per formare le persone detenute ma è molto di più: un modo per ridare speranza e per vedere il mondo in modo migliore.

Matteo Morittu, Flavio Crinelli e Gianluca Calabria – Produttori e Autori del film

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